android-chrome-192x192-removebg-preview

Dott.ssa Rosa Intranuovo

Blog

© Copyright 2023. Creato da Rosa Intranuovo

P. IVA 12189621001

Privacy policy 

Cookie policy 

Blog

Una foto dal passato

2023-08-09 19:58

Rosa Intranuovo

Una foto dal passato

Ti vidi arrivare un giorno, prendesti frettolosamente appuntamento telefonico, senza darmi molti dettagli, ma bastarono pochi attimi nel primo incontro per...

pxb_6734296_630f87526be499c8ca4f61b91a2a3fc3.jpg

Ti vidi arrivare un giorno, prendesti frettolosamente appuntamento telefonico, senza darmi molti dettagli, ma bastarono pochi attimi nel primo incontro per leggerti nello sguardo quel profondo dolore.

Entrasti nel mio studio col cuore a pezzi tra le mani. Un dolore cosi lacerante che anche il tuo respiro non aveva intervalli regolari.

Mi raccontasti della fine di un amore, che definisti il più grande della tua vita. Parlavi solo di lui, quell’uomo dal nome dal calendario ortodosso, lo avrai ripetuto 19 volte nella prima mezz’ora. Stavate vivendo una storia da film. Vi amavate alla follia. “Era tutto disegnato negli astri” dicevi . Avevi deciso che sareste invecchiati assieme e che vi sareste presi cura l’uno dell’altra. Una volta ti propose di sposarvi a Las Vegas, una proposta che tu stessa definisti come trash ed indiscutibilmente infantile con un sogghigno che sfociò in una fragorosa risata alla quale non riuscì a resistere ma che nonostante tutto per lui l’avresti fatto perché per lui avresti fatto qualunque cosa, anche fare un viaggio sul Titan. Lui era l’amore indiscusso della tua esistenza. L’altra metà della mela. Ti chiamava “Vita Mia”.

Ma un giorno lui ti scrisse su whatsapp, senza guardarti negli occhi, con lettere digitate sun uno smartphone che era finita. Senza un perché, dal tramonto all'alba. Sì, per messaggio. Il tuo sogno si è interrotto bruscamente per dare spazio al nuovo incubo. 

Un cantante che recitava. “ Il sole è spento e chi lo ha spento sei tu”. Mi venne in mente proprio quello.

Improvvisamente sei diventata niente, dematerializzazione pura, caduta nella depressione , insonnia, inappetenza tanto da rivolgerti a me perché sola , così dicevi, non avresti potuto farcela.

Quanto hai pianto “bambina” su quella poltrona ed ero lì accanto a te ad appoggiarti una coperta sulle spalle quando sentivi freddo, niente di più, perché nella sofferenza risiede il tuo potere e nel mio silenzio la mia forza. Sai, “bambina” che è dalle grandi sofferenze che nascono grandi cambiamenti? Ma era troppo presto affinchè tu te ne accorgessi. 

pxb_256887_a36c707582375d458bc5acaf52c00811.jpg

Dopo pochi incontri e molte lacrime ti chiesi di portarmi una foto della tua famiglia; mi portasti uno scatto vintage in bianco e nero. La guardai incuriosita e ti chiesi di descrivermi esattamente l’uomo che ti aveva portato via la felicità. Iniziasti con molto dolore ma con occhi sognanti a descriverlo nei dettagli. Il naso imperfetto, l’occhio calante, pettorali scolpiti e decine di rughe d’espressione.

Rimasi senza parole e di istinto rigirai la foto verso di te. Avevi descritto esattamente tuo padre. Il rumore di quel silenzio fu così assordante pure per me. ma da allora tutto cambiò.

Il resto della storia lo conosci “donna”. Ma da allora in poi ti ho immaginata ante tempore esattamente dove sei ora. 

Fiera, in cima a quella scalinata avvolta di luce, tacco a spillo su un elegante decollete nero, delizioso quel rossetto rouge che indossi e quel sorriso smagliante che rallegrerebbe la giornata anche a Tristezza di inside out . Non so se incontrerai qualcuno a breve o tra molto tempo o mai, ma so con assoluta certezza che finalmente avrai imparato ad amare l’unica  persona che più di ogni altra merita quel viscerale amore incondizionato: TE STESSA.